Metodo Ilizarov
Introduzione al metodo
Le esperienze del Prof. Ilizarov hanno dimostrato che sotto lo stimolo di trazione, il callo osseo – su fratture opportunamente prodotte chirurgicamente – può essere modellato per produrre l’allungamento e il raddrizzamento delle ossa lunghe degli arti superiori ed inferiori.
L’applicazione dell’apparato di Ilizarov è consigliabile per le fratture pluriframmentarie chiuse, le fratture esposte con o senza interessamento articolare e le fratture esposte con perdita di sostanza ossea.
I vantaggi del metodo Ilizarov
I vantaggi sono notevoli: prima di tutto la stabilità, che è maggiore rispetto ai fissatori monolaterali. Grazie all’elasticità dei fili dell’apparato, i micromovimenti provocati dal carico favoriscono inoltre una più rapida consolidazione del focolaio di frattura.
Un altro notevole vantaggio che è possibile ottenere dall’utilizzo dell’apparato di Ilizarov è il rispetto della vascolarizzazione dei frammenti di fattura: non aprendo il focolaio di frattura, infatti, c’è meno possibilità di inquinamento batterico con conseguente eventuale osteomielite. Evitando una vera e propria operazione cruenta ci sono inoltre minimi rischi operatori e non restano vistose cicatrici.
Altro punto a favore di questa metodica è la concessione di carico con stampelle dal primo giorno dopo l’intervento. In questo modo si agevola il buon “effetto pompa” sul focolaio di frattura e si incrementa il circolo venoso e linfatico di ritorno, prevenendo l’edema e l’osteoporosi.
Note tecniche sul fissatore esterno
La fissazione di segmenti ossei per mezzo di fili incrociati e fermati su supporti circolari, permette sia di esercitare una compressione o una distrazione longitudinale dosata conservando la voluta posizione dei frammenti ossei, sia di modificare la reciproca posizione dei segmenti ossei in qualsiasi direzione.
Il fissatore di Ilizarov è formato da anelli e archi metallici di vari diametri, da placche forate per il bloccaggio dei fili e avvitabili sul supporto circolare. Vi sono inoltre morsetti tenditori dei fili e aste filettate o telescopiche di giunzione.
Come si presenta l’apparato di Ilizarov
La struttura è realizzata con due o più anelli o archi che presentano un foro ogni 10° di circonferenza per l’infissione di tre o più aste di giunzione.
Messi in tensione dall’azione di compressione-distrazione o da apposito morsetto tendifilo, i fili d’acciaio sono fissati sugli anelli per mezzo di bulloni scanalati per il passaggio del filo e serrati con apposito dado.
La tensione massima esercitabile in estensione o compressione è di 250 kg mentre i fili singoli sopportano una tensione di 150 kg. Il diametro interno degli anelli per tibia e arti superiori varia da 80 a 140 mm, quello degli anelli per la coscia va da 150 a 220 mm e la circonferenza degli archi varia da 90° a 120°.
I fili di acciaio sono fissati abitualmente in un piano perpendicolare all’asse diafisario. Nella parte alta di femore e omero si utilizzano per comodità le viti filettate di diametro più grosso, perché fissate solo da parte esterna.
A livello delle articolazioni (anca, gomito, spalla, polso ecc.) gli anelli sono sostituiti da archi in modo da permettere il movimento. Per lo stesso motivo l’infissione dei fili deve comportare a livello dell’articolazione un adeguato spostamento della cute in modo che non sia sottoposta a trazione durante l’escursione articolare.